sabato 1 marzo 2008

I filosofi della natura

I filosofi della natura sono i primi filosofi greci, chiamati così per il loro interesse per la natura e i suoi processi. Dando per scontato che qualcosa fosse sempre esistito, essi sentirono la necessità di capire come avvenivano i cambiamenti nella natura, partendo da una sostanza per arrivare ad un'altra.
Essi pensavano che, come in un circolo, tutto partisse e tornasse alla medesima sostanza/cosa.
Di quest'idea erano anche i tre filosofi di Mileto: Talete, Anassimandro e Anassimene, con alcune differenze.
Talete, grande viaggiatore, pensava che il principio primo di tutte le cose fosse l'acqua; quest'idea, probabilmente, gli deriva dall'aver visto in Egitto, germogliare le piante, dopo che le acque del Nilo si furono ritirate, e sbucare dalla terra bagnata rane e vermi. Forse, sempre in base a tali osservazioni, arrivò a dire che la terra è piena di dei, intesi come "germi di vita" dai quali nascono tutte le cose.
Anassimandro, invece, affermò che il nostro è uno dei possibili mondi scaturiti da un principio, che chiamò apeiron e che indicava qualcosa di infinito, non identificabile con tutte le cose che vediamo, in quanto finite, smentendo in questo modo l'ipotesi di Talete.
Anassimene, dal canto suo, pensava che tutto fosse originato dall'aria (o aria infinita) che condensandosi diventava terra, acqua e fuoco, condividendo con Talete l'idea dell'esistenza di una materia primordiale.

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